Gordon Ramsay
Nigella Lawson, on the contrary, is the pivotal element of her show, her website, her merchandise: she represents the grace of aristocracy infused into food. When you decline a cloth you may come across H&M and Gucci, they are both cloths yet Gucci is far better crafted. Mrs Lawson is the same: she brings to a different level of seduction something usually more down-to-earth. She is extremely elegant, she describes her recipes with an upper class vocabulary, which implicitly reminds to the fact she is both intelligent and learned. I would personally ascribe the undebatable perfection of her features to that Pantheon where Sophia Loren, Liz Taylor, Laetitia Casta, and Monica Bellucci dwell. So, my post is not criminalizing her appearance, I won't be polemic on the knowing smiles and sights she launches to the camera, this is not the point: all television is built up on a more explicit link between something (news, cooking, divulgation) and an appealing lure. Even Game of Thrones, a saga of incredible value, is fueled by constants outbursts of nudity and sexual references.
Sophia - Liz - Laetitia
Where is the flaw? In my opinion, and it is just an opinion, she offers to the media arena not just what the audience may want (which is difficult to circumscribe), but a combination of unconscious elements: beauty, frustration and everyday food. Thus, I disagree on the angle given to this approach: a curvy iconic beauty becomes the a symbol of self-condemnation. She represents, although I do not think she really is, a sort of sacrificial victim, the stereotypical woman, who works in the backstage of her family, unnoticed and detached. She nourishes the others but she does not seem to partake to the shared aspect of con-division, she has to be beautiful as a model, capable as a chef, sophisticated as a journalist, desirable as one of her creations. Yet all this "as" made her distant from her ambitions what may be: she always operates in function of the others's imagination.
Nigella - Monica: both desperately beautiful
The message is a curious mixture drenched in Gluttony and glamour: food becomes an excuse, it is something that relates to appearance. Food then stops being a temple of reflexion on ingredients, quality, history, and becomes, instead, the clue to give voice to desperate housewives' idiosyncrasies. A knowledgeable, stupendous subaltern woman chained to a rule, where creativity is subdued to a social position. I strongly disagree with this marketing choice, although it is victorious, in terms of incomes.
Nutella Lawson as a friend of mine
brilliantly re-named her!
Nigella Lawson and Spaghetti alla Carbonara
(I guess)
Three brief things surprised me more than others: Nigella Lawson comes from a tremendously well off family, whose prestige, wealth, and culture allows her to sit into the world élite. She has a great experience in her sector, first as a restaurant critic, then as an editor and menager. Lastly, she claims to be a great fan of the Italian cuisine or of good cuisine in general, but her "food pornography" as it has been stated is not seeking for quality. In fact, she keeps herself close to the traditional reception of dishes:
This mirroring works, Mrs Lawson, is undoubtedly an incredible person, but she renounced to tackle a major message: i. e. "your lifestyle and the essence of your eating shape what you become, you cannot actually become a domestic goddess only mimicking my program" [http://www.elle.com/life-love/entertaining-design/fresh-take-tamasin-day-lewis-426324]. You cannot become what you are not, what you'll never be, for birth, money, and skill.
That's why I prefer Tamasin Day-Lewis idea of cooking: first of all she relates on what she has in the fridge, and she appears to care more on the quality of primary ingredients: http://www.independent.co.uk/life-style/food-and-drink/features/tamasin-daylewis-its-shocking-to-see-so-many-grotesquely-overweight-children-7594747.html
Tamasin Day-Lewis with a porcelain tureen
La prima cosa che ho notato è che questa signora ha un nome molto gastronimico, che sta a metà strata tra Nutella e Tigella ;-)
ReplyDeleteLa seconda cosa è che deve portare una sesta di reggiseno (ammesso che porti il reggiseno!) ;-)
Ha una bellezza molto mediterranea!
Interessante il discorso, che è divenuto uno dei temi centrali dei dibattiti odierni sul rapporto tra psicologia e alimentazione.
Per le donne certamente tale rapporto è più problematico che per gli uomini: a un uomo non è richiesto di avere un girovita da fata, e quindi può concedersi più libertà a tavola, ma per una donna è molto diverso. E qui devo fare un "mea culpa", nel senso che sono stato plagiato da questa cultura mediatica che fa apparire ai miei occhi attraente la donna molto magra anche se in viso non è un gran che, come il mio caro amico Marchese del Galvano sa bene. Mi è capitato di innamorarmi di ragazze in viso abbastanza bruttine, ma con un corpo molto magro. Ammetto che c'è qualcosa che non va in questo, e che certamente la campagna mediatica contro la bellezza formosa ha trovato terreno fertile nell'immaginario maschile, facendo leva su insicurezze, complessi mai risolti, e meccanismi di difesa.
Interessante è dunque l'approccio alla gastronomia di questa giovane donna che vuole farci scoprire un nuovo modo di vedere il rapporto tra il cibo e la bellezza, tra la gastronomia e il piacere e tra le stesse delizie del palato con quelle della sessualità.
Un discorso molto importante, ricordo che recentemente c'è stato anche un film, forse un musical, con Meryl Streep, che era incentrato su questo tema.
Certo posso dire che a volte un buon pasto mi ha procurato più piacere di certi orgasmi ;-)))
Questa osservazione è molto interessante: sono convinto infatti Nutella Lawson (geniale questo accostamento) abbia sdoganato per un verso il rapporto estetica-alimentazione, ma abbia ahimè creato un nodo diverso connesso ad alimentazione-frustrazione. La donna che dipinge, che non è effettivamente lei stessa, è una donna che sembra esistere per compiacere e compiacersi, ma così facendo il cibo diviene una compensazione e non un piacere distaccato. è un meccanismo piuttosto complesso, e forse un post solo non basta a chiarire in modo soddisfacente ciò che avrei voluto argomentare. La mia sensazione è che l'estetica è stata messa a servizio non tanto di un cibo di qualità ma di un modello sociale di donna che si sacrifica pur apparendo vitale, sessualmente attraente e in pieno possesso delle sue capacità d'azione e progettazione :) Però sì, almeno non finge che le piace mangiare :)
ReplyDeleteA questo punto viene da chiedersi se non sia preferibile il modello giapponese della Geisha, che se da un lato deve compiacere il suo uomo, dall'altro però viene valorizzata non solo dal punto di vista fisico, ma anche, e forse soprattutto, in quello artistico, culturale, creativo, in modo tale che lei stessa possa godere e partecipare di queste sue doti.
DeleteIn ogni caso, bisognerebbe chiedersi da cosa ha avuto origine il modello occidentale della donna magra: cosa è successo nel periodo in cui Coco Chanel e Audrey Hepburn hanno imposto questo modello? E qui si ritorna a una mia ossessione, comunicatami da mia nonna (anche lei una delle prime donne a considerare la magrezza come un segno di bellezza aristocratica, contrapposta alla stazza dell'Irma, che fino a qualche anno fa era un donnone enorme, adesso con l'età si sta rinsecchendo) e cioè la solita Wallis Simpson, la prima donna in assoluto a fare della magrezza una specie di bandiera. A lei è attribuita la famigerata frase, poi ripresa da Chanel, "non si è mai troppo ricchi, né troppo magri", dove la correlazione tra status sociale e magrezza sovvertiva completamente il canone tradizionale, che attribuiva la formosità ai ricchi (in quanto potevano permettersi di mangiare) e la magrezza ai poveri per ovvi motivi!
Wow quanti temi: dunque, a me piace pensare che le differenze uomo-donna siano una costruzione sociale in primo luogo e che il modello della Geisha o dell'etera dovrebbe essere falsificabile, cioè non dovrebbe essere uno stigma della donna quale presenza, spesso oggettificata, di intrattenimento, ma al contrario uno dialogo paritario, una sorta di gioco in cui non vi è una parte compiaciuta ed una compiacente, anche se nel caso della Geisha la valorizzazione è maggiore e più basata su una dinamica intellettuale. L'idea che solo alcune donne possano ricevere un'educazione per essere di fatto "all'altezza" dell'uomo, ma su un piano comunque diverso e contrattuale è per me inaccettabile. La nostra epoca, ma prima era ancora peggio, penso fosse basata su un ragionamento corporativo: uomini da un lato e donne dall'altro. La rivoluzione sessuale non ha di fatto cambiato questa sciocca contrapposizione [che per semplificare oppone maiali a troie (sempre suini sono)], anzi ha fatto sì che un modello secolarizzato di idea maschile sia stato adattato ed adottato dalle donne spesso senza consapevolezza critica, trasformando la società in un agone il cui scopo è sempre il potere e non la concordia. I talenti, le virtù ed i doni della natura sono divenuti strumenti di dominio, per ottenere uno scopo: è stato indubbiamente sempre così, ma società dell'immagine accentua questo tipo di potere indiretto.
ReplyDeleteLa magrezza del corpo in questo contesto svolge un ruolo importante: è un controllo che si presume strappare alle regole sociali, se i poveri si abbuffano all'ora i ricchi sono magri e viceversa. Salvo poi il fatto che una volta resa la magrezza status symbol, questa diventare moda, mainstream e quindi perdere il suo valore di ribellione: essere magri, se è una condizione naturale del corpo, è un fattore appunto naturale, se è una necessità medica è un'altra cosa, e se è frutto di un'eccessiva privazione dovuta ad un disagio è un altro ambito ancora. Il corpo inoltre diviene il terreno di battaglia su chi lo concepisce come baluardo unicamente estetico e involucro per la proliferazione della specie: quando invece il corpo dovrebbe essere il termometro della nostra salute, poiché anima e corpo non sono concetti a mio avviso scindibili. Spesso, infine, si dissocia il fare sport da una dieta commisurata alle proprie esigenze e ci si dimentica che per catturare un mammut dovevamo correre per interi giorni! La magrezza diviene così non una condizione legata al bruciare le calorie necessarie ma una sorta di sfida: la magrezza diventa una consunzione della vitalità, l'ossessione di un controllo meticoloso di ciò che mangiamo, poiché questo mangiare ci contamina.
Audry Hepburn, a mio avviso, non ha realmente imposto un modello, giacché è stata contemporanea di Marylin che tutto era fuorché uno skinny model. E tutt'ora abbiamo Kate Moss che convive con Laetitia Casta, pur essendo modelli antitetici. Il fattore della moda ha contribuito moltissimo a strutturare l'approccio al cibo ed all'estetica, ma penso che ciò che manchi davvero sia un'etica dello stare bene in senso lato, non in relazione all'apparenza, ma alla sostanza.